Rumore di Fondo E04S03 - Phreak that #4 - James Brown is dead
🗓️ Febbraio (如月), il mese degli abiti a strati
🎬 American Manhunt: O.J. Simpson
#phreak #hackers #geek #phackera
//.intro
"Rumore di Fondo" è una pubblicazione altamente aperiodica, indipendente e senza alcuno scopo di lucro
//.signorina37
digital strategist, retrogamer, programmatrice COBOL, diabetica, cucino e parlo giapponese, ho scritto libri, ho visto cose, frequento gente discutibile
E04S03:
intro
Phreak that #4 - James Brown is dead
🍂 intro
"E così finì l'era degli hacker, non con un blackout globale orchestrato da menti geniali, ma con un adolescente che si vantava di aver craccato il Wi-Fi del vicino usando una guida trovata su Yahoo Answers. I veri eredi dei leggendari phreaker?
Persi nei meandri di forum popolati da nickname con troppi numeri e avatar animati.
La Compagnia del Packet Sniffing si sciolse, lasciando il posto ai Signori dello Streaming illegale e ai Cavalieri del Dark Mode di default."
🪩 JAMES BROWN IS DEAD
The Legion of Doom (LOD) e The Chaos Computer Club (CCC) sono stati due gruppi iconici: LOD1 (USA) era un collettivo di hacker e phreaker conosciuti per la sublime abilità nel bypassare sistemi di sicurezza - i supereroi sono arrivati dopo!
Mi piacerebbe dire che il gruppo fondato da Lex Luthor sia stato una colonna portante dell’etica e della giustizia, ma non corrisponde al vero: sebbene molti ideali del gruppo fossero adamantini, dall’altro.. beh, dall’altro la curiosità ha sempre avuto una strada lastricata di rainbows and butterflies.
Il CCC2 (Germania) cominciò a farsi notare per attacchi etici e divulgazione, su larga scala, di vulnerabilità informatiche. Frequentare un CCC Camp, così come il CCC Congress, è un’esperienza interessante e formativa.
Formativa perché, se credete che questi eventi siano noiosi, pieni di gente con magliette che non capirete mai, pieni di gente che racconta aneddoti che non capirete mai (threeway handshaking is a thing), pieni di computer e di cavi.. ok, è esattamente questo, ma c’è molto altro dietro!
C’è sempre da imparare e, per chi viveva dietro una tastiera, era l’occasione per conoscere le facce degli hacker. Voglio citare LOMBROSITY - Faces of Hackers al CCCamp 20153, progetto fotografico di Matteo Flora di qualche anno fa.
Alessio, Dante, Yvette, Corrado, Raoul, Chris, Layne e cento altre facce incontrate. Alcune di queste le ha immortalate Matteo ♥️
L’hacking diventa mainstream
Gli anni ‘80 sono stati “pop”, sono stati quella terra di mezzo in cui se eri un teenager avevi il mondo in mano! Camminavi con un walkman (con la musica di Deejay Television registrata dalla TV sulla cassetta BASF) e le cuffiette con le spugne gialle, con il pacchettino di Cipster, il Billy all’arancia, un gettone telefonico in una tasca dei Roy Rogers e quello per la sala giochi nell’altra.
I pomeriggi a far le vasche al piazzale, con lo zainetto dell’Invicta (con lo stemma Mercedes attaccato) e il bomber, al polso l’orologio della Casio con la calcolatrice e la BMX con i catarifrangenti sui raggi.
A casa c’era il Commodore 64 o l’Amiga 500 per giocare, con gli adattatori telefonici pr collegarsi alle BBS, il cubo di Rubik e la Smemo(randa) e per merenda il Nesquik con i biscotti Togo mentre alla tv passavano Supercar, l’A-Team, McGyver e Saranno Famosi. Erano gli anni in cui Michael J. Fox era solo Alex Keaton e Alf sembrava davvero uscito da un altro pianeta!
Prima di andare a scuola c’erano sempre i cartoni: He-Man e i Thundercats, la serie animata di Transformers (dove Optimus Prime si chiamava Convoy) e poi Duck Tales e Lady Oscar.
Il pomeriggio sfilava con Ken il Guerriero e i Cavalieri dello Zodiaco (i maschi tutti innamorati di Lady Isabel), poi Gundam, Trider G7, Galaxy 999 e, se eri davvero nerd, pure I-Zemborg e tutte le serie live-action giapponesi!
La sera, su RTV38 c’erano i Classici dell’erotismo, ma le 22:00 erano un’orario impensabile per vederlo sul Telefunken del salotto! I più fortunati avevano un Mivar in cameretta, a volume azzerato prendevano appunti e poi raccontavano tutto a scuola, il giorno dopo, con particolari che facevano sembrare il sesso una partita a saltapulce!
Abbiamo pianto con Brenda quando si è lasciata con Dylan e ci siamo schifati del vero volto squamato di Diana; nel 1992 abbiamo incontrato, per la prima volta sullo schermo, la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale (Lawnmower Man – Il Tagliaerbe) e abbiamo tifato per Dade in Hackers (1995), avvicinandoci al concetto di criminalità informatica.
Tra Johnny Mnemonic, The Net, Sneakers, Enemy of the State, Virtuosity, Takedown e le serie di XFiles, Millennium, Max Headroom e Nowhere Man, ci siamo resi conto che l’hacker era reale.
Forse romanzato, ma era reale. Era tra di noi.
Hacker o Cracker? Che importa, basta che sia colpevole!
Il termine hacker diviene sinonimo di cattiva persona.
Di persona che fa cose cattive, no matter what.
Erano davvero cattivi?
Alcuni lo erano, erano crackers, evil coders e evil reversers, erano animati dalla voglia di distruggere, di arricchirsi, di trarre profitto da ogni azione. Fine a se stessa.
Vladimir Levin, il primo pirata informatico a compiere un vero e proprio furto digitale, svuotando conti bancari attraverso il sistema di Citibank (1995).
Ci sono stati anche personaggi della scena che, dopo un inizio piuttosto turbolento, hanno sfruttato le loro conoscenze per passare dalla parte del bene.
Dark Dante (vero nome Kevin Poulsen), manipolò le linee telefoniche per per vincere un concorso su una stazione radio di Los Angeles; fu arrestato e, in seguito, ha trovato la sua strada come giornalista in ambito cybersecurity.
Anche Cult of the Dead Cow (cDc), il gruppo di hacker che ha coniato il termine hacktivism, capì il problema delle vulnerabilità nei sistemi e sviluppò strumenti (il famoso Back Orifice) per dimostrare le falle di sicurezza di Windows.
In un temibile mix di curiosità e ingordigia, vede la luce il cybercrime organizzato, quello che potremo definire il nonno del ransomware-as-a-service. E i Governi, del tutto impreparati, si affrettano a varare contromisure (Computer Fraud and Abuse Act) atte a rendere le intrusioni informatiche non autorizzate, un crimine federale.
Da questo momento il termine cracker sparisce dal vocabolario cibernetico: il cattivo è l’hacker, non importa quale sia il suo background o quali siano le loro competenze. Se una persona è capace di configurare una stampante, è un hacker.
Ancora oggi, ai parenti attempati e agli occhi degli impediti digitali, un giovine che sa smanettare su una tastiera è irrimediabilmente chiamato achér - .. e ogni volta che viene detta questa cosa, muore una BBS!
Collettivi
FBI e CIA danno la caccia a Mitnick, all’hacker senza fissa dimora Adrian Lamo, Albert Gonzalez, Gary McKinnon e ai loro adepti, persone che desiderano emulare le gesta di chi si schiera dall’altra parte del sistema.
Nascono i collettivi, non più lupi solitari, ma vere e proprie strutture organizzate che riuniscono menti da ogni dove. La cultura digitale non ha confini, basta un computer e una connessione per essere parte di una “famiglia”.
Il fondamento di Anonymous e di LulzSec è stato questo: hacktivisti su scala globale, in ogni parte del mondo, pronti a combattere per il bene. E non più sfide tecniche, ma operazioni per svelare verità e segreti che le alte sfere non ci raccontano (vedi il caso di Julian Assange e WikiLeaks).
L’hacktivismo diventa quindi strumento politico e sociale, si fa portavoce degli oppressi e dei deboli. Di chi non può esprimere la propria opinione e di chi viene perseguitato.
Romanzato così sembra una storia bellissima, ma c’è sempre un lato oscuro: mascherati da attivisti digitali, si fanno largo gruppi criminali dediti al furto delle carte di credito e delle identità digitali. Non più eroi ribelli e curiosi ma pessimi soggetti con le occhiaie e il colorito pallido.
La cultura hacker, quella vera, quella fatta di ideali e di lotte di curiosità si è disintegrata negli anni 2000, quando ogni moccioso con un pc e una connessione poteva dire di essere un hacker perché aveva visitato YouPorn senza proxy =)
È cambiato il mondo, è cambiata la percezione, o forse siamo cambiati noi; c’è una sola cosa che non cambierà mai, però: noi abbiamo fatto e vissuto quella storia, abbiamo ancora log e HD nascosti che parlano di noi, di quello che eravamo.
Con alcuni di quei personaggi ci vediamo ancora, ci sentiamo ancora, usciamo a cena e brindiamo agli amici che non ci sono più.

Se siete arrivati fino a qui.. per pochissimi!
GLHF;)
/eof
ci sarebbe da raccontare un mondo intero su LOD e MOD, cominciate da qui: https://en.wikipedia.org/wiki/Legion_of_Doom_(hacker_group) .. e magari un giorno parlerò in prima persona di “cose”.
avrei davvero voluto conoscere Wau Holland, il founder: https://en.wikipedia.org/wiki/Chaos_Computer_Club
Leggerei giornate intere di sta roba....
Affascinante. Mi sono pure rivisto negli anni ottanta descritti da te, però le cassette che usavo erano le TDK. Ho letto nella bio che hai scritto dei libri. Potresti linkarli? Grazie