Rumore di Fondo E02S02 - L'esercito di terracotta, lo sgombro e il giornalista
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#giornalismosgombro
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//.signorina37
sono una digital strategist, retrogamer, programmatrice, cucino e parlo giapponese, ho scritto libri, ho visto cose, frequento gente discutibile
E02S02:
l'esercito di terracotta, lo sgombro e il giornalista
la #retroplaylist di giugno
🐟 L'ESERCITO DI TERRACOTTA, LO SGOMBRO E IL GIORNALISTA
"sgombErare, scrivilo giusto, altrimenti è solo un fritto misto"
Il giornalismo dovrebbe essere come il famoso esercito di terracotta cinese: destinato a rimanere monito della magnificenza - dell'Imperatore cinese Qin Shi Huang anche nel Regno dei Morti o dello statuario e granito giornalismo d'alta quota.
Ho sempre pensato che il giornalismo fosse arte allo stato puro, fosse raccontare le notizie dopo averle verificate, dopo aver approfondito, dopo aver fatto pedinamenti e interrogato testimoni discutibili in un fumoso locale giù al porto; a metà tra le inchieste del Papersera e quelle del Topolinia Daily.
Ho avuto la fortuna e il grande onore di conoscere Pio D'Emilia e poter capire come girava il mondo delle redazioni "moderne", e poi altri giornalisti che hanno sempre messo la loro etica ed il loro savoir faire davanti a tutto.
Con l'avvento dei social il giornalismo ha perso un po' del suo fascino da Mont Blanc e Lettera 52, lasciando spazio a una nuova generazione di Bic e MacBook. Dopo Carrie Bradshaw abbiamo sdoganato anche la portabilità delle notizie e il modo di interpretare il mondo intorno, cambiando e adattandoci con slang, neologismi e voli pindarici non da poco.
Se la carta stampata viene meno, in favore di notizie online, non dovrebbe scemare l'impegno e la professionalità dei redattori e dei giornalisti. L'ho pensata sempre così, soprattutto dopo aver letto i pezzi di Raffaele Angius (twitter.com/faffa42, che confeziona degli speciali da divorare), di Emilio Cozzi (twitter.com/emilio_cozzi, che riesco a "leggere" anche quando fa i podcast), di Luca Zorloni (twitter.com/Luke_like, che ha il dono di usare parole semplici per spiegare anche la fissione nucleare). Tutta gente, insieme a molti altri giornalisti degni di questo nome, che svolge un lavoro non sempre facile e non sempre rilassante.
Fino a ieri sera.
Ieri sera mi casca il castello di carte.
E anche qualcosa d'altro..
Se avessi dovuto dare un titolo all'accaduto avrei scelto "pseudo-giornalista impazzito sclera su Twitter insultando tutti per uno sgombro"
Accattivante, click-bait quanto basta e nemmeno lontano dalla realtà.
Per una variazione sul tema, linguistico e non ittico, il giornalista romano Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita - classe 1960, il figlio del 34° marchese don Giovanni IV Lupis Macedonio Palermo dei principi di Santa Margherita, e della 12° duchessa di San Donato, donna Marina Lebano Carucci del Mercato Pacelli di Leo Sanseverino, con all'attivo collaborazioni con L’Espresso Online e Huffington Post, corrispondente da Hong Kong per La Repubblica e inviato specializzato in zone di guerra (il Toni Capuozzo di Twitter, insomma), due libri pubblicati, un sito in WordPress da migliorare e la boria di chi pensa di essere arrivato - ha scatenato l'ilarità generale e dimostrato quanto ci sia da lavorare sull'educazione.
In risposta, un po' fuori luogo forse, a questo tweet di Claudio, se ne esce con una supercazzola sulla differenza sostanziale dei termini "sgombrare" e "sgomberare", focalizzando la suddetta pematurata sulla sua insindacabile autorità nello scegliere i termini: "sgombrare è per il pesce".
Dopo aver cancellato il commento ed essere stato messo di fronte all'evidenza di screen di Enciclopedia Treccani, ancora si impunta che il termine "sgomberare" sia l'unico verbo da utilizzare, arrivando a dare del "cretino" gratuitamente.
Potremmo fermarci qui, sarebbe solo una discussione tra due utenti che non sono d'accordo.. purtroppo il rampollo della nobile casata Lupis, ha fatto i conti senza l'oste: molti utenti si sono sentiti in diritto di commentare, educatamente, lo svarione di Marco facendo notare che un "ok, scusa, ho equivocato, tutto a posto, ti offro un cocktail di gamberetti" sarebbe bastato.
Ma no, Marco non si lascia intimidire e sfoggia il meglio di sé con frecciate sgrammaticate e senza troppa punteggiatura, un po' a tutti, per non far torto a nessuno; salvo poi avere un ripensamento e cancellare i tweet.
Finisce così?
Ma nemmeno per sogno!
Mi permetto un paio di commenti, molto all'acqua di rose, consigliando a Marco di capire che non è il caso di impuntarsi su una definizione, peraltro legittima.
Gliela butto là, con la storia del “chi sono io”, ma non sembra funzionare..
Mi permetto poi di far notare che un giornalista che si comporta in un certo modo non è un bell'esempio per le testate per le quali scrive e che la reputazione ha un peso.
E qui ho fatto jackpot!
La sua risposta sarebbe l'incipit perfetto per il remake di "Donne sull'orlo di una crisi di nervi":
"Guardati la tua di réputation , ma da dietro però. Io sono qui a perdre tempo con te mettendoci la faccia mentre tu sei solo una fake, un troll del cazzo. Punto"
Volevo rispondere che può trovare informazioni su di me molto facilmente, basta seguire il link in bio e si aprono le porte della conoscenza, per quel che vale..
Plot twist: ha bloccato parecchi utenti, me compresa, cancellando ancora altri tweet, rendendo la lettura cronologica un puzzle anacronistico.
Dire di avere l'amaro in bocca per questa bizzarra debacle giornalistica non è esatto, perché fa crollare le già poco solide basi di quella palafitta tarlata che è il giornalismo e la competenza dei giornalisti - o di quelli che dovrebbero essere giornalisti.. andando a spulciare bene bene il suo profilo twitter si notano comportamenti identici, tra blocchi e risposte sgarbate ai mal capitati.
Ma Espresso e Huffington, che cosa ne pensano?
È prassi comune avere collaboratori che si permettono di essere maleducati e saccenti?
Che reputazione hanno, di ritorno, da questo comportamento?
E lui stesso, nobile figlio di nobili, è avvezzo a siffatto turpiloquio?
Questo #giornalismosgombro è la nuova frontiera della pressappocheria tricolore?
Mi resta solo un dubbio: ma la reputazione da dietro, come si misura???
Le statue dei guerrieri sono state plasmate tra il 246 e il 206 AC e si trovano all'interno del Mausoleo dedicato al primo imperatore cinese Qin Shi Huang, artefice anche del progetto (e successiva costruzione) della Grande Muraglia Cinese.
Su Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Esercito_di_terracotta1