Rumore di Fondo E07S02 - Enzo, una storia di passione
🗓️ Dicembre (苦寒), il mese dei bonzi affaccendati
🎬 Ferrari
#ransomware #security #Ferrari
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digital strategist, retrogamer, programmatrice COBOL, diabetica, cucino e parlo giapponese, ho scritto libri, ho visto cose, frequento gente discutibile
E07S02:
Enzo, una storia di passione
Ferrari, il breach
bonus tracks della retroplaylist di dicembre
🏎️ ENZO, UNA STORIA DI PASSIONE
"Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere"
La neve di febbraio è sempre la più bella.
Ma anche la più insidiosa: quando pensi che l'inverno abbia già dato tutto, ecco che ti sorprende di nuovo, imbiancando le strade, le piazze e le case.
È quella neve che ferma l'aria, che attenua i suoni, ma se ascolti bene... se chiudi gli occhi e ascolti bene, lo senti arrivare. lI suono di un motore, inconfondibile, potente, maestoso. Una volta che l'hai sentito, quel suono, non te lo scordi più.
Nel 1898 non c'erano motori, niente bolidi a quattro ruote, niente carrozzerie aerodinamiche. Quel 18 febbraio c'era solo tanta neve, così tanta che Alfredo non poté recarsi all'anagrafe di Modena per registrare la nascita del piccolo Enzo Anselmo Giuseppe Maria. Solo due giorni dopo, la levatrice, provvide alla registrazione e sul certificato venne apposta la data del 20 febbraio.
L’INFANZIA E I SOGNI
Alfredo e Adalgisa avevano già un figlio, Alfredo Junior, di soli due anni più grande.
Questa piccola differenza di età fu un collante per i due ragazzi, anche con caratteri e inclinazioni diverse: Dino (il soprannome del maggiore) era più portato per lo studio mentre Enzo preferì mettersi subito al lavoro con li padre, nell'officina di carpenteria meccanica.
Chi ha tempo per studiare, quando si possono creare cose!
Chi ha tempo per studiare, quando dalla testa escono idee e dal cuore escono passioni!
Giornalista? Tenore? Pilota? .e perché non tutto?
Enzo ha mille sfaccettature, ha un carattere poliedrico e una determinazione piuttosto marcata: vuole fare quello che desidera. E così si diletta nella scrittura del suo primo resoconto calcistico, raccontando la cronaca della partita Modena-Inter direttamente sulle pagine della Gazzetta dello Sport.
E si mette al voltante della Diatto del padre, e corre.
Corre e corre per le strade sterrate.
Corre veloce, il giovane Enzo, corre felice.
Ma la felicità è effimera, dura il tempo di una curva.
LACRIME AL PARCO VALENTINO
Enzo si ritrova, nel giro di due anni, a essere orfano di padre, perito a causa di una polmonite, e perde il fratello Dino, scomparso in guerra. Quella guerra che si mangia tutto e tutti, quella guerra che, a soli 19 anni, lo chiama a prestare li dovuto servizio nel Regio Esercito.
Pleurite.
Viene riformato dopo pochi mesi per una pleurite, subito ricoverato presso li nosocomio di Bologna con poche speranze di tornare a casa. Ma li cuore batte ancora ed Enzo non ha intenzione di lasciarsi andare.
Si riprende, mette i suoi vestiti dentro una valigia e si incammina: direzione Torino. Alla FIAT non viene assunto, e nemmeno in altre aziende metalmeccaniche della zona; trova però un lavoro alla Carrozzeria Giovannoni, dove recuperano autocarri bellici per riconvertirli in veicoli civili. Sa fare il carpentiere, Enzo, e sa guidare: fa la spola tra Torino e Milano per collaudare e consegnare le auto.
La paga non è gran ché, ma è felice: ha conosciuto una ragazza, Laura, con la quale ha cominciato un'appassionata storia d'amore.
Enzo Ferrari è noto per essere stato un donnaiolo.
Questa figura si distacca molto dall'immagine dell'uomo tutto d'un pezzo che mette il lavoro davanti a ogni svago, persino davanti alla famiglia. Il figlio Pietro, in una intervista, rivela "Nemmeno io, suo figlio, ho mai avuto accesso completo e incondizionato alla sua interiorità", a significare quanto Enzo sia stato ligio al suo stile di vita a compartimenti stagni.
Con Laura si trasferisce a Milano, alla fine del 1919, e trova lavoro come collaudatore presso l'officina meccanica CMN.
"Sai correre, ragazzo?" Chiede Ugo Sivocci, socio dell'officina.
"Come il vento!"
ENZO, IL PILOTA
Partecipa alla X Targa Florio sulla CMN 15/20HP, per passare poi al volante di una Alfa Romeo. La paga non è ancora da favola, ma guadagna quanto basta per sposare la sua Laura.
Il 1923 sembra un periodo davvero ricco: Enzo partecipa e vince la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio e fu proprio lì che fa un incontro che inciderà un marchio nella storia.
Viene avvicinato dalla contessa Paolina Biancoli, madre del famoso aviatore Francesco Baracca, che gli fa dono di una spilletta: un cavallino rampante, li simbolo che il figlio Francesco era solito apporre sulla carlinga del suo aereo.
"Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna.”



Gliene porterà?
Fino a quel momento, di fortuna non ne ha avuta molta: padre e fratello persi, il rifiuto di un buon posto alla FIAT; ma dalla sua ha Laura e uno stipendio stabile. In più è sempre più bravo a correre e, nel 1926, si aggiudica la Coppa Acerbo a Pescara.
Non dimentica, però, la passione per il giornalismo e per il raccontare storie: è uno dei fondatori del Corriere dello Sport e vi rimane legato per qualche anno.
Arriva anche il periodo oscuro, quando Enzo perde la madre e, in seguito, deve essere ricoverato per un forte esaurimento nervoso. Nei lunghi mesi di degenza, alternati da momenti in cui tutto sembrava vorticare nell'oscurità, vivrà momenti di estrema creatività: progetta, sogna, scrive.
Nel 1929 torna a Milano: lui che corre veloce è incaricato di fondare una squadra corse per Alfa Romeo, che, da club di gentlemen-driver, diventa una realtà motoristica sempre più importante.
Ferrari, cosi Enzo chiama la sua squadra corse.
Vuole che sia veloce, vincente e innovativa; chiama quindi il progettista Vittorio Jano in FIAT e gli propone di condividere con lui il sogno di essere i protagonisti del palcoscenico motoristico.
Non mancano i piloti: Antonio Ascari, Giuseppe Campari e quel gran motociclista mantovano che sfila il vento: Tazio Nuvolari.
La carriera da pilota di Enzo, invece, si interrompe nel 1932, quando Laura da alla luce il loro primogenito Dino. Senza troppi rimorsi, Enzo lascia il sedile aerodinamico per una meno avvolgente sedia da dirigente.


Il contesto economico italiano non era dei più floridi: la crisi si fece sentire e le ripercussioni, nel mondo automobilistico, furono pesanti: Alfa Romeo si ritirò dalle corse fino al 1937. Stessa sorte per la Ferrari, ma Enzo non volle abbandonare mai il mondo dei motori e, con rinnovato spirito imprenditoriale, fondò la Auto Avio Costruzioni.


Si sposta da Modena a Maranello, per paura dei bombardamenti del 1943, dove lo stabilimento vide la nascita de La Scuderia Ferrari, la sezione sportiva del marchio.
Si avvia un carosello incredibile, l'escalation di Ferrari in Formula 1, il nuovo progetto motoristico, il brand di automobili. Ferrari come stile italiano, come bellezza e rinascita dell'imprenditorialità.
Ma la vita di Enzo è tutt'altro che arrivata.
E ancora una volta, il dolore è protagonista.
La scomparsa del figlio Dino, mancato a soli 24 anni per la distrofia di Duchenne, lo segna profondamente. Un'altra ferita in quel cuore così ribelle e così vivo. Enzo è arrabbiato, con la vita, con Dio, con li mondo intero.



Ma trova di nuovo la forza di andare avanti: comincia una relazione clandestina con Lina Lardi, dalla quale nasce Pietro, futuro dirigente della casa di Maranello. E poi una storia con Fiamma Breschi, la donna che gli resterà accanto fino al giorno della sua morte.
Enzo è un uomo riservato, non parla molto, ha i suoi modi cinici e i suoi vezzi, come la stilografica dall'inchiostro viola e li rifiuto categorico di viaggiare in aereo. Poche interviste, poche apparizioni sui giornali e in quella scatola dalle immagini vibranti che è la televisione.
GUIDIZZOLO, LA MALEDETTA MILLE MIGLIA
L'azienda è sempre li suo primo pensiero, soprattutto adesso che sta per arrivare il trampolino della Mille Miglia, gara che potrebbe assicurare al Cavallino Rampante una platea d'investitori.
Da Brescia a Roma e ritorno, una gara di velocità emozionante!
Lo spagnolo Alfonso De Portago è alla guida della Ferrari 335S, una delle quattro vetture in gara per li Cavallino; manca poco all'arrivo a Brescia, basta superare Guidizzolo e poi dritto ancora, verso li traguardo.
Ma il destino dice no. Ancora una volta quel maledetto destino è foriero di tragedie: il pneumatico anteriore della macchina di De Portago esplode, li pilota perde il controllo e sbanda. Colpisce un palo del telefono e, ancora a gran velocità, scavalca un fosso e termina la corsa sul prato, travolgendo un gruppo di spettatori che stava seguendo la gara. Muoiono De Portago, il suo navigatore Edmund Gunner Nelson e dieci spettatori, di cui 5 bambini.
La vittoria va a Piero Taruffi, Scuderia Ferrari, che taglia il traguardo dopo 10 ore e 27 minuti di guida, e sarà l'ultimo pilota a vincere quella competizione: la tragedia di Guidizzolo porta il Governo Italiano a bandire la Mille Miglia e qualsiasi altro tipo di competizione di velocità su strada urbana.
Davanti ai giornalisti, l'uomo tutto d'un pezzo, dilaniato dal dolore e dal senso di colpa. Nessuna emozione, nemmeno davanti alle urla di chi lo chiama "assassino".
Brucia il suo cuore, di rabbia e di dolore.
L’UOMO, SOLO
Si chiude ancor di più in se stesso, lavora fino a tardi nel suo studio, stringe legami con la politica; lui che di politica amava parlarne con i politici e con i sindacalisti, lui che non li ha mai lasciati fuori dal cancello dell'azienda, e ne ha fatto di necessità virtù.


Ha una vita agiata, ma non è questione di soldi, non è questione di essere più ricco - e riscattare così quella fredda giornata di lacrime al Parco Valentino, dopo il rifiuto di un posto in FIAT -, no. Per Enzo quella vita, faticosamente domata, è mettere sul piatto tutta la passione che ha nel petto: il lavoro del padre in ferrovia prima e in officina meccanica poi, i sacrifici della madre, le corse con il fratello, le curve, le sbandate, la morte.
Il marchio Ferrari è oramai famoso in tutto il mondo: corse, auto iconiche, progettazioni (su tutte la Ferrari 365 GT4 BB, prima V12 a motore posteriore nel 1971) e collaborazioni (da Maserati a FIAT). I piloti della Scuderia Ferrari sono i più amati: non importano le vittorie, importa lo spirito e la passione con la quale affrontano le sfide. Qualcosa che Enzo Ferrari non ha mai lasciato nel cassetto e che ha sempre tramandato ai suoi dipendenti.
Muore a 90 anni, nel 1988, dopo aver visto li sogno trasformarsi in realtà.
Ferrari SPA oggi è un brand impossibile da non conoscere, figlio dell'ambizione e padre di progetti innovativi in molti settori.
Ferrari non è solo un cavallino rampante, non è solo auto vincenti, non è una bella carrozzeria tutta curve; incarna la storia di una famiglia, le sue tradizioni, le sue emozioni. Ti si attacca sulla pelle, ti coinvolge e ti fa sentire parte di un racconto, che comincia a Modena nel 1898, in una giornata in cui la neve è talmente alta da non lasciarti uscire di casa.
🏎️ FERRARI, IL BREACH
Il 02 ottobre 2022, sulla piattaforma ransomfeed.it, compare la rivendicazione di un attacco ransomware ai danni di Ferrari, perpetrato dal gruppo criminale ransomEXX.
L'attacco avrebbe esposto el informazioni personali dei clienti con l'esfiltrazione di 6.99GB di dati.
Questa rivendicazione potrebbe essere collegata ad un altro presunto incidente di sicurezza, avvenuto dopo l'annuncio della partnership tra Ferrari corse e Bitdefender, a settembre 2022. Ferrari ha negato di essere stata vittima di quell'attacco e ha affermato di non avere prove di una violazione.
A marzo 2023 la casa di Maranello rilascia un comunicato, a seguito della violazione, di ottobre 2022 nel quale comunica che i criminali hanno inviato una richiesta di riscatto relativa ad alcuni dati di contratto dei propri clienti.
Invia anche una nota ai clienti dove comunica l'avvenuto incidente e la possibile esposizione di alcuni dati, come nomi, indirizzi, email e numeri di telefono. Viene specificato che i dati relativi ai pagamenti non dovrebbero essere stati esposti.
Non è mai stato accertato se li presunto incidente di sicurezza di settembre 2022 e quello di ottobre 2022 siano in relazione; in ogni caso sarebbe venuto meno l'obbligo di informare tempestivamente clienti e Garante per la Protezione dei Dati Personali.
L'amministratore delegato di Ferrari SPA ha affermato che la società non ha pagato alcun riscatto e di avere prontamente avviato un'indagine con una società di sicurezza informatica di terze parti.
KIA, PRIMA
Prima di Ferrari, a febbraio 2021, li gruppo KIA North America subisce un attacco ransomware che lascia offline gli smart services, le app e la piattaforma di pagamento. lI gruppo criminale DoppelPaymer chiede alla casa automobilistica un riscatto in Bitcoin equivalente a 20 milioni di dollari.
Gli attacchi ransomware non sono mirati soltanto ad avere un riscatto, ma ad avere li riscatto più alto possibile, infliggendo quanti più disservizi e malcontento nei clienti di un'azienda.
Pagare un riscatto, tuttavia, non garantisce all'azienda di rientrare in esclusivo possesso dei dati esfiltrati: i criminali infatti potrebbero rivenderli a terze parti, esporli nel dark web, oppure chiedere un secondo riscatto.
Ferrari, come KIA, non sembrava essere a conoscenza dell'attacco fino a che i cracker non hanno contattato le aziende. Aver avviato subito le indagini è un bene, ma non esclude la possibilità di un danno mediatico maggiore; a livello di esposizione, una comunicazione tardiva, non trasparente o deficitaria di certe informazioni, potrebbe causare una perdita di credibilità, un abbassamento del gradimento e arrivare persino al boicottaggio del marchio (vedi li caso Philipp Plein).
La dichiarazione "non vi sono evidenze di una violazione ai nostri sistemi" stride un po' con la pubblicazione degli screenshot da parte del gruppo ransomEXX, lasciando i clienti Ferrari in una situazione di dubbio riguardo le affermazioni del Cavallino.
Prevenire gli attacchi non è una scienza assoluta, ma una strategia a breve, medio e lungo termine di mitigazione può aiutare le aziende. Anche dal lato reputazionale.
Ferrari ha una reputazione consolidata nel mondo delle luxury cars (e non solo), con una clientela internazionale dal profilo elevato e un'impronta aziendale forte. lI marchio comunica bellezza, potenza, affidabilità, stile.
È un'eccellenza tecnica e ingegneristica che sa incantare per la qualità e l'avanguardia tecnologica che si fondono per regalare un'esperienza di guida unica. Guidare una Ferrari è un simbolo, significa domare l'auto sportiva per eccellenza. L'eredità sportiva di Enzo e dei piloti Ferrari, da Ascari a Leclerc passando per Regazzoni, Alboreto, Lauda, Prost e Schumacher, ha segnato profondamente la storia delle competizioni automobilistiche, conferendo al brand un'aura di prestigio e vittoria.
Nessuna automobile ha linee distintive ed eleganti come quelle di Ferrari: anche nei modelli più estremi e nelle edizioni limitate, la sinuosità delle forme rende la vettura iconica e, al contempo, discreta.
Non passa inosservata, mai, una Ferrari, ma la carrozzeria non presenta mai eccessi stilistici: l'aerodinamica la fa da padrona e, accarezzandola, si può sentire li metallo prendere vita, vibrare.
Ferrari ha coniato un nuovo stile, con la passione e la tradizione alla base di ogni emozione.
🎼 BONUS TRACK DELLA RETROPLAYLIST DI DICEMBRE !WHAMAGEDDON FREE! (SPOTIFY)
Scorpions - When the smoke is going down